Terapia d’urto per battere la sclerosi multipla

Trattamenti fisioterapici a base di onde acustiche ad alta energia sembrano molto efficaci in casi di malattie neurodegenerative

Terapia d’urto per battere la sclerosi multipla

Infiammazioni tendinee. Artrosi. Tunnel carpale. Le onde d’urto rappresentano da tempo un trattamento efficace in tutte queste terapie e in genere nelle patologie dei tessuti molli e nelle infiammazioni muscolo-tendinee. Ma il fisioterapista e osteopata bresciano Matteo Bonori ha ampliato le possibilità offerte da questa metodica per trattare anche malati di Parkinson e di sclerosi multipla.

“Le onde d’urto penetrano nei tessuti e attivano reazioni biochimiche, inibendo i mediatori dell’infiammazione, stimolando le fibre nervose, bloccando gli stimoli del dolore, promuovendo la formazione di nuovi vasi capillari e di fattori di crescita osteogenetici e tessutali – piega Bonori -. La terapia con onde d’urto agisce su condizioni di sofferenza del tessuto e non sulle cause biomeccaniche spesso distanti dalla sede di infiammazione da trattare; quindi l’efficacia della terapia non è legata solo al trattamento in sé. Da 10 anni lavoro sugli atleti e ho notato che grazie a questo trattamento le performance degli atleti possono migliorare. Ecco perché ho iniziato a provare la loro efficacia sui pazienti affetti da Parkinson e da sclerosi multipla. In particolare questi ultimi hanno manifestato miglioramenti fin dalle prime sedute, compatibilmente con le lesioni e con la durata della malattia. Quello che è stato addirittura sorprendente, in alcuni casi, è stato il recupero dell’autonomia dei pazienti in molte attività quotidiane”.

Quello che si chiama ‘metodo Bonori’ è oggetto di studio per arrivare a un protocollo di applicazione definitivo. “Stiamo sottoponendo ai pazienti dei questionari per valutare i risultati ottenuti – chiarisce Bonori -. Questi test saranno la base per predisporre uno studio scientifico sull’applicazione delle onde d’urto anche in caso di queste patologie. Il loro impiego genera effetti biochimici e neuromodulatori non solo sui tessuti ma anche sul sistema nervoso e immunitario, portando il paziente a uno stato di benessere maggiore. Questo non vuol dire che il mio metodo sia alternativo alle terapie classiche, infatti, deve avvenire in contemporanea ai controlli neurologici ed alla cura terapeutica prescritta da un esperto”.

Fonte: ilFriuli.it

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